Luciano Ligabue - Tradizione ed innovazione nell'insegnamento dell'italiano


Seminar Paper, 2006

37 Pages, Grade: 1,0


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Indice

1 Introduzione

2 La canzone - Tradizione e innovazione

3 Le mie esperienze

4 Vantaggi e svantaggi della canzone nelle lezioni d’italiano

5 Struttura dell’unità didattica
5.1 La fase iniziale (Comprensione del testo)
5.2 La fase di rinforzo
5.3 La fase di espansione

6 Perché proprio Ligabue?

7 Chi è Luciano Ligabue?
7.1 Biografia – La vita di Luciano Ligabue
7.2 Genere musicale

8 Si viene e si va
8.1 Informazioni sull’album e sulla canzone
8.2 Difficoltà linguistica
8.3 Contenuti grammaticali
8.4 Contenuti comunicativi
8.5 Contenuti culturali
8.6 Commento

9 Baby Talkin’ Blues
9.1 Informazioni sulla canzone
9.2 Difficoltà linguistica
9.3 Contenuti grammaticali
9.4 Contenuti comunicativi
9.5 Contenuti culturali
9.6 Commento

10 Voglio volere
10.1 Informazioni sulla canzone
10.2 Difficoltà linguistica
10.3 Contenuti grammaticali
10.4 Contenuti comunicativi
10.5 Contenuti culturali
10.6 Commento

11 La fine della lezione d’italiano

12 Conclusione

13 Bibliografia

14 Siti Internet

15 Materiale didattico – Le schede
15.1 Scheda 1 – 2:
15.2 Scheda 3:
15.3 Scheda 4:
15.4 Scheda 5:
15.5 Scheda 6:
15.6 Scheda 7:
15.7 Scheda 8:

1 Introduzione

Questo lavoro propone materiale didattico elaborato su canzoni del cantante italiano Ligabue, ed ha lo scopo di presentare contenuti strettamente collegati a musica, cultura e mentalità italiana. L’opportunità di integrare e impostare un corso di lingua utilizzando canzoni, diventa ancora più motivata, quando ci si accorge che molto spesso gli studenti stranieri conoscono, come espressione musicale italiana, brani come ad esempio O sole mio o Funiculì Funiculà, ma non sarebbero mai in grado di riconoscere autori ed interpreti come: Lucio Dalla, Fabrizio de André, Gino Paoli, Antonello Venditti e molti altri. Le uniche canzoni che qualche volta vengono usate nelle lezioni di lingua sono le solite, più conosciute all’estero come Nel blu dipinto di blu, o Il ragazzo della via Gluck. Nell’ultimo periodo, però, c’è una tendenza verso la musica italiana, intrapresa da alcune stazioni radio che trasmettono canzoni di Jovanotti, Nek e ultimamente anche di Tiziano Ferro e Luca Dirisio. Quindi le persone che studiano la lingua italiana ascoltano magari anche nel tempo libero le canzoni con le quali si può poi lavorare nella lezione d’italiano.

In Italia oggi la canzone non piace più solamente per la sua melodia, ma anche e soprattutto per i suoi contenuti. I testi dei cantautori esprimono la realtà giovanile e riescono a trasmettere messaggi profondi con un linguaggio diretto. La canzone si presenta come un testo autentico che ha il vantaggio di mettere gli studenti a diretto contatto con la cultura e la lingua del paese. Inoltre favorisce la partecipazione, anche emotiva, e contribuisce ad accrescere il grado di motivazione degli studenti.[1]

“La musica può dare accesso al linguaggio anche quando a questo non si può accedere direttamente.”[2]

Questa possibilità di cantare parole, anche quando lo studente non sarebbe ancora in grado di pronunciarle dona piacere e una sensazione di non essere del tutto incapace in modo così devastante.

Le canzoni rappresentano un importante tipo di testo e sono un valido supporto nello studio di una lingua straniera. Sono particolarmente adatte come testi audio perché appunto sono state prodotte per l’ascolto.

Inoltre si tratta di materiale autentico. Come tutti i testi autentici presentano numerose difficoltà, che menzionerò in seguito. È quindi necessario elaborare procedimenti didattici che ne facilitano la comprensione.[3]

La mia scelta delle canzoni è stata determinata da vari fattori: la popolarità della canzone, la possibilità di sfruttare didatticamente le strutture grammaticali e lessicali e il contenuto del testo.[4] È anche importante che la canzone piaccia agli alunni. Bisogna a scegliere canzoni che contengono temi interessanti, che non sono troppo lunghe, che corrispondono all’età degli alunni e canzoni che magari contengono certi aspetti storici e culturali dell’Italia.

2 La canzone - Tradizione e innovazione

Già dal 1951, l’anno dell’invenzione del 33 giri (long-playing), c’erano metodi didattici che riguardavano l’ascolto (ma non ancora per l’insegnamento delle lingue straniere).[5] Dagli anni Ottanta in poi c’è la tendenza di usare audio-cassette e registrazioni su nastri magnetici ecc. per l’insegnamento della lingua italiana. Questi mezzi si sono integrati nel sistema superando la logica monodimensionale del manuale ereditato dalla tradizione.[6] Con l’invenzione dei mezzi auditivi moderni, quelli “tradizionali” furono sostituiti dal CD. Qui vorrei dare una definizione dei mezzi auditivi[7]:

“Ein auditives Medium besteht aus einem technischen Gerät, z.B. Tonbandgerät, Kassettenrecorder, Schallplattenspieler oder Radio […], und den entsprechenden Tonträgern, z.B. Tonband, Tonkassette, Schallplatte, Compact-Disc, Radiowellen.“

Negli anni Ottanta ci furono anche tante discussioni nell’ambito didattico, sull’importanza e sulle priorità da dare al materiale stampato e a quello auditivo. All’epoca si sosteneva che il materiale stampato, cioè il manuale, debba essere il medio centrale, ed i mezzi auditivi costituiscano solamente un arricchimento dell’insegnamento.

Purtroppo c’erano e ci sono ancora oggi tanti insegnanti che usano metodi formali per l’insegnamento delle lingue, perché ritengono che i mezzi auditivi necessari non siano a loro disposizione, che la preparazione delle unità didattiche richieda più tempo e che gli insegnanti non abbiano la pratica per svolgere un’unità didattica con dei mezzi auditivi.[8] Ciò significa però, che l’allievo rimane passivo e l’insegnante costituisce la figura centrale, gli strumenti principali dell’insegnamento solamente il manuale e la lavagna.[9] Anche se questo sistema sta cambiando, ci sono ancora tante nazioni che usano come metodo didattico quello frontale. Approfondirò questo argomento nel capitolo seguente “Le mie esperienze”.

La musica è certamente un elemento irrinunciabile nella lezione d’italiana di oggi, ma alcuni insegnanti hanno ancora tanti scrupoli. Secondo me la musica dovrebbe venir integrata in tutte le scuole (soprattutto in tutte le lezioni di lingua straniera), visto che ha un effetto molto rilassante che viene già usato in molti ambienti. Basti pensare per esempio alla sala d’aspetto dal medico, ai supermercati, ai ristoranti e così via. Quindi è probabilmente soltanto una questione di tempo finché la musica entrerà anche in tutte le classi. Esistono già alcuni metodi d’insegnamento che usano la musica di sottofondo come elemento fondamentale del corso, come per esempio la Suggestopedia[10] e il Superlearning.[11] Questi metodi sono stati sviluppati per creare un’atmosfera adatta così che gli studenti memorizzano senza grande fatica delle strutture, ascoltando musica classica durante la lettura di un testo.[12]

3 Le mie esperienze

Visto che lavoro come assistente italiana all’Europa-Büro, che fa parte del Provveditorato agli Studi di Vienna, ho avuto la possibilità di partecipare ad alcune unità didattiche a Bratislava nel febbraio del 2006 nell’ambito delle “Giornate Italiane” del progetto EdQ (Education Quality). In quell’occasione sono rimasta un po’ scioccata, perché gli insegnanti del liceo, nel quale abbiamo assistito a diverse lezioni, usano esclusivamente un manuale per l’insegnamento della lingua italiana. Se pensiamo poi che le classi sono bilingui italo-slovacche e la lingua principale d’insegnamento è l’italiano, mi sembra proprio peccato non sfruttare altre risorse didattiche. Nel primo anno che è propedeutico, gli alunni hanno 20 ore di lingua italiana la settimana e devono apprendere perfettamente la lingua.

A partire dal secondo anno le materie matematica, fisica, chimica, biologia e geografia vengono insegnate in italiano e gli alunni studiano anche la letteratura e la storia italiana.

Secondo me, il metodo frontale è un sistema tradizionale e per dire la verità, un metodo un po’ all’antica. Naturalmente ho notato la differenza del sistema dell’insegnamento nelle scuole bilingui in Austria.

4 Vantaggi e svantaggi della canzone nelle lezioni d’italiano

La domanda più importante è: Perché usiamo canzoni per l’insegnamento della lingua italiana? A questa domanda è facile rispondere: Ognuno di noi, e quindi anche i nostri alunni, ha un gusto musicale molto individuale e diverso. È logico che il solo ascolto di una canzone non basta ad imparare una lingua straniera, ma le canzoni sono molto importanti per sviluppare varie capacità nell’ambito linguistico. L’uso della musica durante le lezioni può creare associazioni positive e così gli alunni imparano una lingua senza fatica e soprattutto senza frustrazioni:[13] perché essi memorizzano più facilmente i testi delle canzoni, visto che la musica crea un’atmosfera rilassante, cioè le canzoni stimolano la memorizzazione. Inoltre la musica è un elemento fondamentale nella vita dei giovani e quindi gli alunni sono più motivati. Un altro vantaggio è che gli studenti riescono meglio ad imitare l’intonazione dei cantanti italiani e quindi automatizzano la giusta pronuncia senza rendersene conto. Il linguaggio di certe canzoni è molto semplice e le parole si ripetono spesso nel ritornello, così le espressioni rimangono impresse nella mente degli alunni. Succede spesso che i suoni di una canzone con la melodia orecchiabile riecheggino nella mente.[14] Ognuno di noi conosce il famoso chiodo fisso, che non esce dalla mente, e viene “cantato” per tutta la giornata.

Inoltre ci sono delle ripetizioni, che vengono usate per far rientrare il testo nello schema ritmico delle canzoni rock. Qui però si tratta di ripetizioni di singoli pezzi di parole, con un effetto balbettante, come per esempio “Ba ba ba bambolina / ba ba fammi giocare / ba ba ba ba regalami un po’ di calore” (Ligabue, Bambolina barracuda).[15] Quasi lo stesso fenomeno lo troviamo nella canzone Salviamoci la pelle !!!, nella quale Ligabue spezza il corpo fonico di una parola: “è quello che co-, quello che co- conta.”[16] Secondo me, le ripetizioni di questo tipo non sono molto adatte per l’insegnamento di lingue, perché non rappresentano il linguaggio parlato “normale”.

Ci sono vari motivi per lavorare con una canzone nella lezione d’italiano: gli alunni approfondiscono la loro conoscenza comunicativa e si dedicano alla cultura e alla storia italiana. È veramente affascinante notare che un canto non sia fatto soltanto di parole e note, ma porta con se tantissime informazioni su luoghi, periodi di tempo, cambiamenti sociali, avvenimenti politici e su come un popolo ne reagisce, facendo sentire la sua rabbia o la sua gioia.[17] Gli alunni si appropriano delle quattro abilità di base (comprensione orale e scritta, comunicazione orale e scritta) prescritte dal programma didattico giocando e ascoltando le canzoni.[18]

Purtroppo ci sono anche tanti scrupoli da parte degli insegnanti. Per esempio tanti insegnanti pensano che le canzoni non siano materiale adatto per l’insegnamento, perché contengono spesso delle parolacce, tanti vocaboli inadatti, tanti termini dialettali ed una grammatica sbagliata. Inoltre la musica disturba l’insegnamento della classe adiacente, un motivo che non ritengo valido, perché le canzoni non vanno ascoltate ad altissimo volume. Altra problematica potrebbe essere che ascoltando le canzoni, gli studenti si possano eccitare troppo, e che sia poi troppo difficile e impegnativo tranquillizzarli di nuovo. Per queste motivazioni alcuni credono che il tempo usato per lavorare con la musica, sia tempo perso. Due ragioni importanti sono che è difficile trovare materiale didattico adatto e che la comprensione dei testi non è sempre molto facile.[19]

Il compito dell’insegnante è motivare i suoi alunni e nel caso di lezioni con materiale musicale, dovrà cercare di entusiasmare gli studenti per la musica e per le canzoni scelte. Vale a dire che quasi ogni canzone offre possibilità di esercitare l’abilità d’ascolto, l’abilità orale o l’abilità scritta, importante è la passione degli studenti per la canzone scelta dall’insegnante, in modo da lavorare volentieri con il materiale musicale. La scelta del pezzo musicale è quindi fondamentale. Gli allievi si devono divertire, seguendo il programma scolastico, perché così imparano senza rendersi conto di farlo.[20]

5 Struttura dell’unità didattica

Ci sono tante possibilità per strutturare un’unità didattica. Lidia Costamagna propone nel suo libro Cantare l’italiano[22] di suddividere una lezione in tre parti: [21]

5.1 La fase iniziale (Comprensione del testo)

La parte introduttiva, che precede ogni unità didattica, fornisce agli insegnanti e agli studenti notizie utili sulla canzone presa in esame e sul suo interprete, che a volte è anche l’autore del testo. Questa breve presentazione (adatta alle competenze degli studenti) ha anche lo scopo di agevolare la comprensione del testo della canzone. Questa, non deve essere considerata solamente come pretesto dilettevole di esercitazione linguistica, ma anche come testo autentico, che porta ad una prima conoscenza, anche se parziale e non approfondita, della società italiana. Le esercitazioni sulle canzoni italiane diventano anche lo spunto per approfondire le proprie conoscenze sulla cultura e sulla società italiana.

Una parte dell’introduzione potrebbe contenere un piccolo riassunto dell’epoca in cui è stata scritta la canzone, perché spesso gli alunni hanno bisogno di ulteriori informazioni per capire meglio l’ambiente, la situazione e le intenzioni del cantante.[23]

Esercizi possibili per questa prima fase dell’unità didattica sono:

- domande “Vero o Falso?” per la comprensione del testo
- domande referenziali, che richiedono risposte su ciò di cui si parla nel testo
- domande inferenziali, che richiedono commenti e opinioni espressi oralmente sul contenuto del testo e sul messaggio che l’autore ha voluto trasmettere
- paragoni con le usanze del proprio paese

Gli esercizi previsti nella fase iniziale mirano soprattutto alla comprensione del testo della canzone.

Inoltre è molto importante lavorare con aspetti visivi nella parte introduttiva della lezione. Una serie di immagini possono rilevarsi molto utili per la presentazione del cantante. Così gli studenti sanno, che aspetto ha la persona di cui parleranno nella lezione. Un esercizio molto divertente è di mostrare agli allievi diverse foto di diversi cantanti. In seguito gli studenti devono indovinare chi è il cantante della canzone ascoltata.

5.2 La fase di rinforzo

La seconda fase, la fase di rinforzo prevede il controllo e il consolidamento di strutture grammaticali già note, attraverso esercizi grammaticali, esercizi lessicali, esercizi di ortografia e pronuncia. Lavorando con il testo della canzone gli alunni possono ripetere, approfondire, elaborare e ampliare il loro lessico.[24]

Gli esercizi possibili sono:

- esercizi di rinforzo grammaticale, utilizzando il vocabolario della canzone
- esercizi di rinforzo lessicale, prendendo spunto dal vocabolario della canzone
- “modi di dire”
- esercizi su suffissi e prefissi
- interiezioni e il loro utilizzo nella lingua parlata
- espressioni metaforiche
- eufemismi
- la differenza tra la lingua scritta e la lingua parlata (con riferimento all’uso della lingua in situazioni comunicative diverse (registri di lingua, varietà linguistiche e dialetti).

5.3 La fase di espansione

In questa fase gli alunni devono cercare di utilizzare quello che hanno appena imparato in altri contesti. La fase di espansione si svolge sia sul livelli di lingua parlata, che sul livello della lingua scritta e può comprendere letture, discussioni e elaborazioni scritte.[25]

Gli studenti vengono invitati:

- a esprimere la loro opinione
- a discutere con i compagni
- a rispondere alle domande, con la finalità non solo di verifica della comprensione, ma anche di guida al commento
- a utilizzare altri testi in collegamento tematico alla canzone

La scelta delle canzoni e degli esercizi dipende, naturalmente, dalla composizione della classe, dal livello di lingua raggiunto e dagli interessi degli allievi.

6 Perché proprio Ligabue?

Musica non vuol dire solo ascolto, musica è voglia di stare insieme, possibilità di scaricarsi, di divertirsi, di rilassarsi e anche di essere ‘in’. Soprattutto per i giovanissimi la musica è moda. E per seguire questa moda, un CD di Ligabue non deve mancare nella collezione personale. Ho scelto il rocker emiliano perché è molto apprezzato dai giovani italiani e anche a me piace molto la musica di Ligabue, dal giorno in cui ho sentito per la prima volta una sua canzone nel 2000. Inoltre credo che tramite le canzoni in generale si può insegnare la cultura italiana in un modo molto “leggero”, perché la musica rompe decisamente con la routine delle esercitazioni tradizionali e rende più piacevole le lezioni. Un altro vantaggio lo trovo nel linguaggio delle sue canzoni. In Italia esiste una tendenza dei cantautori verso un italiano più vicino al parlato e al linguaggio quotidiano. Questa tendenza si sente anche nei testi di Ligabue, visto che usa tante espressioni del gergo giovanile, frasi del parlato e forme dialettali. Si tratta quindi di un linguaggio autentico, che porta agli alunni il contatto diretto con la cultura e con il linguaggio quotidiano dell’Italia.

Per di più Ligabue viene definito uno dei quattro “classici”[26], che rappresentano oggi la tradizione del rock italiano, insieme a Vasco Rossi e Gianna Nannini ed al gruppo dei Litfiba.

Per questo lavoro su Ligabue ho scelto tre testi, che mi sembravano quelli più adatti per l’insegnamento della lingua italiana, però ci sono anche altre canzoni che potrebbero essere utili, per esempio se l’insegnante volesse lavorare con il tema “cinema”. Infatti una gran parte delle canzoni di Ligabue ha come tema il cinema: Marlon Brando è sempre lui oppure i personaggi Fred e Ginger nella canzone Balliamo sul mondo.[27]

7 Chi è Luciano Ligabue?

7.1 Biografia – La vita di Luciano Ligabue

All’inizio conviene presentare la vita del cantante agli alunni. L’insegnante potrebbe utilizzare questo primo passo per un’attività legata alla comprensione di un testo. Ci sono tanti modi con i quali possiamo elaborare le tappe della vita di Ligabue. Io ho scelto un’attività di gruppo (per 4 o 5 persone) con una difficoltà linguistica abbastanza alta. Si tratta di completare e riordinare dei cartoncini e di memorizzare i fatti più importanti. Su ogni cartellino c’è scritta una tappa della vita del cantante e una data - per esempio: millenovecentonovanta ( _ _ _ _ )

Gli alunni devono inserire le cifre adatte nello spazio lasciato libero. Poi devono mettere in ordine i cartoncini per completare la biografia di Ligabue. Nella mia presentazione ho fotocopiato le tappe della vita di Ligabue su cartoncino colorato, in modo da poter distinguere i diversi gruppi.[28]

Naturalmente è importante accordare la difficoltà del testo alle conoscenze d’italiano degli alunni. Qui ho scelto una biografia abbastanza difficile con termini specifici, come “tiratura limitata”, “colonna sonora” e così via. È importante che l’insegnante spieghi queste espressioni specifiche agli alunni prima di iniziare l’attività.

7.2 Genere musicale

La musica di Luciano Ligabue è puro rock italiano, fatto di grinta, passione e di tanta energia.[29] Grazie alle sue mitiche canzoni pop-rock è diventato una star in Italia, apprezzato ed ascoltato da tanti giovani. Dagli anni sessanta la canzone d’autore e il rock rappresentano l’alternativa diversa alla musica colta. Il rock conosce esigenze affini di non accessorietà del testo verbale rispetto a quello musicale imponendo la dimensione della parola cantata, con l’enfasi sul ruolo della voce, la fondamentale e indispensabile mediatrice tra parole e musica, che dà vita a quelli che altrimenti sarebbero puri segni grafici, ossia nel rock la parola non può essere separata dalla sua concreta esecuzione.[30] Ligabue esprime con la sua musica e con i suoi testi la sua personalissima filosofia di vita.

“C’è poco da fare, se uno deve individuare la mia cifra stilistica è l’emozione. Sono fatto così, vivo di quello.”[31]

Per lo stile semplice dei suoi testi Ligabue ha dovuto affrontare polemiche, come per esempio:

[...]


[1] Costamagna, L. 1995. Cantare l’italiano, p. V

[2] Fabbri. 2003. in: “La lingua italiana e i mass media”, p. 199

[3] Beretta, Nicoletta; Gatti, Fabia. 1999. Abilità d’ascolto, p. 60

[4] Costamagna, L. 1995. Cantare l’italiano, p. V

[5] Bors, Elisabeth. 2002. Vom Erstspracherwerb bis zum audio-visuellen Fremdsprachenunterricht, p. 56

[6] Freddi, Giovanni. 1987. L’insegnamento della lingua – cultura italiana all’estero: aspetti glottodidattici, p. 131

[7] Beile, Werner. 1989. Auditive Medien, in: Handbuch Fremdsprachenunterricht, p. 262

[8] Abel, Brigitte. 1989. Mediengestützter und mediengeleiteter Unterricht, in: Handbuch Fremdsprachenunterricht, p. 272

[9] Freudenstein, Reinhold. 1986. Über Medioten und Mediatoren. In: Fremdsprachen lernen mit Medien, p. 25

[10] Per ulteriori informazioni vedi: http://www.suggestopedia.it [22.07.2006]

[11] Per ulteriori informazioni vedi: http://arbeitsblaetter.stangl-taller.at/LERNEN/LernstileSuperlearning.shtml [15.08.2006]

[12] Murphy, Tim. 1992. Music and Songs, p. 37

[13] Murphey, Tim. 1992. Music and Songs, p. 5

[14] Maley, Alan. Forword. in: Murphey, Tim. 1992. Music and Song, p. 3 e p. 7

[15] Accademia degli Scrausi. 1996. Versi rock, p. 205

[16] Accademia degli Scrausi. 1996. Versi rock, p. 198

[17] Hell, Susanne. 1989. Das italienische “canto popolare” […]: Anregungen zur Aufbereitung für den Gebrauch im italienischen Fremdsprachenunterricht, p. 115

[18] Hell, Susanne. 1989. Das italienische “canto popolare” […]: Anregungen zur Aufbereitung für den Gebrauch im italienischen Fremdsprachenunterricht, p. 96

[19] Murphey, Tim. 1992. Music and Songs, p. 9

[20] Murphey, Tim. 1992. Music and Songs, p. 134

[21] Hell, Susanne. 1989. Das italienische “canto popolare” […]: Anregungen zur Aufbereitung für den Gebrauch im italienischen Fremdsprachenunterricht, p. 124

[22] Costamagna, Lidia. 1995. Cantare l’italiano, p. IX - XI

[23] Hell, Susanne. 1989. Das italienische “canto popolare” […]: Anregungen zur Aufbereitung für den Gebrauch im italienischen Fremdsprachenunterricht, p. 96

[24] Costamagna, Lidia. 1995. Cantare l’italiano, p. X

[25] Costamagna, Lidia. 1995. Cantare l’italiano, p. XI

[26] Accademia degli Scrausi. 1996. Versi rock, p. 193

[27] Accademia degli Scrausi. 1996. Versi rock, p. 223

[28] La biografia di Ligabue si trova nell’appendice. Vedi: Scheda 1 – 2.

[29] „Ligabue in concerto“, in: Adesso 07/2002, p. 60

[30] Bonomi, Ilaria; Masini, Andrea; Morgana, Silvia a cura di. 2003. „La lingua italiana e i mass media“, p. 209

[31] Castaldo, Gino. Ligabue riparte in tour nei palasport „Prossima sfida: l’opera rock“, in: La Repubblica: http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/spettacoli_e_cultura/ligatour/ligatour/ligatour.html# [04.04.2006]

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Details

Title
Luciano Ligabue - Tradizione ed innovazione nell'insegnamento dell'italiano
College
University of Vienna  (Romanistik)
Course
Sprachwissenschaftliches Seminar
Grade
1,0
Author
Year
2006
Pages
37
Catalog Number
V82820
ISBN (eBook)
9783638885973
ISBN (Book)
9783638904810
File size
556 KB
Language
Italian
Keywords
Luciano, Ligabue, Tradizione, Sprachwissenschaftliches, Seminar
Quote paper
Mag. Verena Lindtner (Author), 2006, Luciano Ligabue - Tradizione ed innovazione nell'insegnamento dell'italiano, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/82820

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