Impressioni Urbanistiche e Discorsi sulla Città di Nuoro in Dura Madre

Un Giallo di Marcello Fois


Seminar Paper, 2004

21 Pages, Grade: 2


Excerpt


Indice

1. Le Origini di Nuoro

2. L’Urbanistica di Nuoro

3. Reiseberichte von Max Leopold Wagner

4. Il Giallo in Generale
4.1. I Gialli di Marcello Fois

5. Impressioni Urbanistiche e Discorsi sulla Città

6. Conclusione

7. Bibliografia

1. Le origini di Nuoro

Nella[1] parlata nuorese „Nuoro“ si chiama „Núgoro“. Già a partire dalla metà del XIV secolo esistono toponimi come Nuor, Nuer, Nuro, Nuru e Nuoro che indicano con certezza il centro barbaricino. La presenza di alcuni nuraghi dimostra che la località era già abitata in epoca preromana. Nel periodo romano, poi, di qui passava la strada per mediterranea da Cagliari ad Olbia. Già agli inizi del dodicesimo secolo Nuoro appartiene alla diocesi di Ottana, la cui esistenza è testimoniata a partire dal secondo decennio dello stesso secolo.

Nel medioevo la villa di Nuoro era uno dei più importanti centri della diocesi di Ottana ed infatti, Nuoro aveva sempre una grande appartenenza alla diocesi.

Nel 1627 il centro barbaricino secondo il censimento contava già 2300 abitanti. In un testo del 1639 un certo Francesco Angelo de Vico diceva che Nuoro per il suo cielo e per la sua terra e per altre qualità era segnalata fra tutte le ville di quel regno perché era molto grande e molto popolosa ed i suoi abitanti erano molto notabili, ricchi, di grande abilità e ingegno. Questa è un´affermazione che nel giallo di Fois „Dura Madre“ viene negata: gli abitanti vengono descritti in modo completamente diverso. I secoli hanno proprio cambiato la città ed i suoi abitanti, almeno nell´opera di Fois. Fino al 1779 la villa fa parte della nuova diocesi di Alghero fino a quando verrà scelta come sede per la ricostituita diocesi Galtellì-Nuoro.

Secondo una relazione del canonico Francesco Maria Carongiù nel 1777 Nuoro era „provvista di belle e ampie strade, deliziosa nella sua campagna ed abbondante altresì d´ogni genere di viveri, di buone carni, pane, circostanze tutte che rendono più grato il soggiorno“. La ricostituizione della diocesi di Galtellì consentì a Nuoro di emergere fra gli altri villaggi della zona. Nel 1836 fu proclamata città ed i dodici anni di governo dell´ arcivescovo Giovanni Maria Bua furono tra i più ricchi d`iniziative religiose, culturali e sociali per la diocesi e per il capoluogo. Furono costruiti un nuovo seminario e un nuovo palazzo vescovile e fu quasi terminata la nuova grandiosa cattedrale. La nuova città non si discostava molto dall´antico villaggio: Bua dice che „il materiale delle abitazioni non è molto elegante e appare agli stranieri un poco della rozzezza antica. Le case formate tutte di granito non hanno la maggior parte che il pian terreno col cortile davanti dove si tengono a stalla i giumenti e si accostano le legno. C´è solo una piazza, S. Giovanni, dove si fa il mercato quasi in mezzo della città. Si comincia però a vedere edifizi di bell´arte e di gentil aspetto. Il paese è diviso in due parti da una gran via che nel dialetto sardo dicono Via Majore“.

La Sardegna, essendo un´isola segnata da dominazioni straniere, ha vissuto anche sotto il regno dei Savoia, ma non sembra che essi abbiano provocato a Nuoro particolari reazioni. Durante il periodo dell´unificazione italiana con la progressiva degradazione delle strutture archaiche si riaccutizzarono la criminalità ed il banditismo. Addirittura dando a Nuoro l´appellativo di „zona delinquente“.

Il fascismo contribuì a ristabilire le strutture amministrative, scolastiche e sanitarie e cominciò a dare a Nuoro l´immagine di una città amministrativa e burocratica, cambiandone il precedente assetto agro-pastorale. Dopo il 1950 fu iniziata la costruzione di svariati edifici per far fronte alla sostenuta immigrazione dai centri vicini, ma senza alcun controllo. Oggi, in una città dove mancano strutture atte ad accoglierli, attanagliata dalla speculazione edilizia i nuovi arrivati si trovano spesso costretti a formare interi quartieri abusivi come quelli di Nugoro Nou e di Sa ´e Sulis o quartieri ghetto più eterogenei come Monta Jaca. Tuttavia sono stati realizzati un nuovo ospedale, alcuni locali del Mueso del Costume e una Biblioteca che si chiama „Sebastiano Satta“.

2. L´urbanistica di Nuoro

La storia[2] urbanistica di Nuoro è molto recente. È la storia di un centro rurale che si è sviluppato attorno ai nuclei originari di San Pietro e di Séuna. Il sistema urbano fornisce solamente i criteri dell`assoluta essenzialità. Le realizzazioni degli edifici rappresentano sempre la soluzione più semplice. Le modalità costruttive ed i materiali non sono mai sofisticati, tutto è improntato ad un minimalismo di linea. A Nuoro tutte le costruzioni rappresentano le esigenze della vita di ogni giorno senza alcuno spazio per la monumentalità di un´architettura che sia altro che funzionale dato che è un centro nato quasi senza cenni di architettura. La cattedrale è fra i pochi edifici che manifestano una volontà di emergere sia per dimensione che per qualità del progetto. Si tratta di un`architettura di grande rilievo sociale e si afferma la presenza e l´autorità dello Chiesa che deve trasmettere un messaggio di superiorità riconoscibile. Al periodo della costruzione della Cattedrale (1836) risalgono tutti gli edifici più importanti, dunque questi ultimi hanno una storia molto recente. I veri edifici storici della città sono quelli che sono meno importanti. In „Dura Madre“ il castello è un edificio storico vero tanto che è stato esposto ai secoli ed alla volontà della natura (il maestrale). Gli edifici storici nel corso dei secoli hanno variato nella loro funzione come è descritto nel libro un´altra volta con il castello che per esempio nel periodo raccontato da Fois serve come ufficio postale.

Negli anni del dopoguerra fino agli anni sessanta Nuoro ha cercato di costruirsi un`immagine urbana più congrua al ruolo politico, economico e culturale che andava svolgendo. Esisteva un Piano Patteri negli anni ottanta che proponeva di trasformare un borgo rurale in una cittadina. La nuova immagine della città era però direttamente collegata all´abbandono delle vecchie tipologie delle case a corte e dei vicoli con ciotolato come pavimentazione. Il condominio, l´ascensore, una casa con i termosifoni erano obiettivi raggiungibili ma nessuno pensava di costruirsi la nuova casa fuori dai luoghi dove era nato o aveva vissuto. Così le demolizioni e le costruzioni avvenivano negli stessi luoghi del passato. Il centro storico di Nuoro non era un elemento da salvaguardare in quel momento.

Normalmente le città crescono per anelli concentrici intorno ai loro centri storici. Invece Nuoro ha un centro storico che si trova all´estrema periferia dello sviluppo urbano rispetto ai nuovi quartieri residenziali. La città si è sviluppata verso la vecchia strada per Macomèr, ma il centro storico resta il vero centro per tutti i nuoresi. La cattedrale è in centro anche se confina con la campagna. Le costruzioni veramente storiche sono state realizzate con pietra e fango e quindi sono più difficilmente ristrutturabili. Sono state previste le demolizioni di alcuni edifici pubblici come il carcere di Via Roma, Il Vecchio Comune al Corso Garibaldi etc. Normalmente nelle città i centri storici sono i luoghi nei quali lo sviluppo urbano è consolidato, dove perviene una condizione di equilibrio fra architettura ed urbanistica. Le case, le strade, i vuoti ed i pieni dovrebbero costituire un insieme armonico ma Nuoro non ha mai raggiunto un punto d`equilibirio sufficiente in questa evoluzione. Le case sono arrivate fino al tetto e sono rimaste nella loro configurazione per lunghi anni, ma sono diventate del tutto inadeguate rispetto ai nuovi bisogni di vita. La struttura delle case si rifà al sistema agro-pastorale attorno al quale ruotava la vita della gente, le cui condizioni di vita erano spesso molto modeste.

Ogni cittá esprime nel suo aspetto urbanistico e nell`architettura dei suoi edifici la cultura e la gente che vi risiede.

3. Reiseberichte von Max Leopold Wagner

Max Leopold Wagner war ein bedeutender Romanist sowie ein wichtiger Sardologe, der mit seinen Reiseberichten über Sardinien einen Einblick in die Welt der Sarden am Ende des 19.Jahrhunderts aus seiner Sich liefert. Er berichtet auch über Nuoro, von der Hauptstadt und ihren umliegenden Landschaften, jene von Gennargéntu, welche er als das Herz Sardiniens beschreibt.

Die Natur ist einfach und rau und genauso ist auch der nuoresische Mensch geblieben. Die Sitten sind patriarchalisch, die Sprache konservativ. Mittlerweile hat sich Nuoro, durch den Schienenstrang von Macomèr, in ein sympathisches, leicht zugängliches Städtchen verwandelt. Wie Wagner schildert, ist es nicht einfach die unerschlossenen Gebiet zu bereisen, denn man muß viele neugierige Blicke ertragen, viele Fragen beantworten und in etwas altertümlichen Postkutschen reisen.

Die Sprache ist im Herzen Sardiniens noch am schönsten und am reinsten, da sie altlateinische Reste aufweist.

Überall in Sardinien herrscht die Verbundenheit zum Tanz und zum Gesang. In Nuoro ist diese wohl am ausgeprägetesten. Die Totenklage lebt in wilden, leidenschaftlichen Gesängen fort, genau so wie die Liebeslieder. Die Totenklage betreffend, hat Wagner anzumerken, dass in Nuoro die Blutrache noch nicht ganz verschwunden ist und noch immer Mütter und Bräute diejenigen beklagen, die der Blutrache zum Opfer gefallen sind.[3]

Die Blutrache spielt in Dura Madre ebenfalls eine Rolle, wenn man das Kapitel Il pozzo liest. Il pozzo schildert die Beziehung zwischen Mariangela Mulas und Cosimo Mele sowie deren blutigen Ausgang. Fois bietet einen Einblick in die archaischen Traditionen der Blutrache und weiß diese schillernd auszuführen. In dem Blutbad, welches Mariangelas Brüder verursachen, wird der Tradition des Tanzes eine etwas makabere Rolle zugedacht. Kurz bevor sich die vier Gebrüder Mulas selbst töten, vollführen sie noch einen traditionellen sardischen Tanz, mehr eine Aufstellung zum Gesang, den canto a tenores.

Das ursprüngliche sardische Haus ist sehr einfach gehalten und besteht nur aus wenigen Räumen. Die Küche ist der wichtigste Ort, da sich hier die hauptsächlichen Begebenheiten des sardischen Lebens abspielen.[4]

Geburt, Hochzeit und Tod sind die drei Hauptereignisse des menschlichen Lebens und daher oft Gegenstand eines Kults.[5] Nun wird wahrscheinlich auch Fois Kriminalroman verständlicher, denn auch in Dura Madre finden wir die drei Hauptereignisse, allerdings in einem negativen Zusammenhang, in einem eher verzerrten Licht dargestellt. Zum einen ist das Kapitel Il pozzo der Höhepunkt diese drei Hauptereignisse betreffend, da sie dort alle auf eine groteske Art und Weise vereint sind. Cosimo Mele heiratet eine andere und lässt Mariangela während ihrer Schwangerschaft allein. Die Geburt dieses Kindes ist nicht das wunderschöne Ereignis welches es sein müsste, sondern endet mit dessen Tod sowie dem Tod der Brüder Mariangelas. Schließlich töten die Brüder die gesame Hochzeitsgesellschaft aus Rache, weil Cosimo keine Verantwortung zeigen konnte. Die Ereignisse, welche eigentlich traditionsreich gefeiert werden sollten, enden in einem schrecklichen Blutbad, das aber auf seine Weise wiederum traditionell beendet wird: nämlich wie bereits erwähnt mit dem Canto a tenores.

[...]


[1] Cf. Brigaglia: La Geografia, La Storia, L`arte e Letteratura, 248-254

[2] cf. www.sergiorusso.it

[3] cf. Wagner: Reisebilder aus Sardinien, 73-76

[4] cf. Wagner: Ibid., 77

[5] cf. Wagner: Reisebilder aus Sardinien, 78

Excerpt out of 21 pages

Details

Title
Impressioni Urbanistiche e Discorsi sulla Città di Nuoro in Dura Madre
Subtitle
Un Giallo di Marcello Fois
College
University of Vienna  (Institut für Romanistik Wien)
Course
Salvatore Satta, Maria Giacobbe und Marcello Fois: Drei literarische Stadtporträts von Nuoro
Grade
2
Author
Year
2004
Pages
21
Catalog Number
V78712
ISBN (eBook)
9783638851053
File size
451 KB
Language
Italian
Keywords
Impressioni, Urbanistiche, Discorsi, Città, Nuoro, Dura, Madre, Salvatore, Satta, Maria, Giacobbe, Marcello, Fois, Drei, Stadtporträts, Nuoro
Quote paper
Patricia Schönberger (Author), 2004, Impressioni Urbanistiche e Discorsi sulla Città di Nuoro in Dura Madre, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/78712

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